Un sondaggio dell’Istat ha rivelato che l’abbandono precoce degli studi sta diventando sempre più diffuso nello Stivale.
L’Istituto nazionale di statistica ha rivelato nuovi andamenti demografici e culturali in Italia. I più preoccupanti sono la diminuzione della fecondità, il tendenziale ed inevitabile invecchiamento della popolazione e, sorprendentemente, l’aumento del numero di studenti che abbandonano precocemente le scuole superiori. Un giovane (dai 18 ai 24 anni) su 10 lascia gli studi prima della maturità.
Questo il dato contenuto nel dossier dell’Istat “Noi Italia 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo“, documento che diffonde gli andamenti registrati fino al 2022. Il dato sulla scuola è stato pubblicato proprio nel bel mezzo degli esami di maturità di quest’estate.
Un allarme per la scuola italiana
La spesa pubblica per l’istruzione in Italia nel 2021, fissata al 4,1%, è più bassa rispetto alla media dell’Unione Europea, registrata attorno al 4,9%. La quota di adulti tra i 25 e i 64 anni con, al massimo, la licenza media, è stimata sul 37,4% e la maggior parte dei lavoratori senza diploma di maturità è maschile.
Nel 2022, la percentuale di giovani d’età compresa tra i 18 e i 24 anni che ha lasciato precocemente gli studi è dell’11,5%. Al Sud, l’incidenza raggiunge il 15,1%. I Neet (giovani che non lavorano e non studiano) erano circa il 19,0% della popolazione d’età tra i 15 e i 29 anni. Nel Mezzogiorno, l’incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord.